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Impianti

Gli impianti di rilevazione sono composti da un insieme di apparecchiature che riescono a rilevare fumi ed incendi. La varietà di apparecchi è molto vasta ma si differenziano sostanzialmente dal sistema di rilevamento : può essere ottico di fumo, lineare, a campionamento, di temperatura, ecc.. Nella fase di sopralluogo è importante capire i volumi da rilevare e scegliere o incrociare i sistemi più adatti agli ambienti.

In tutti i grandi edifici, ambienti adibiti a lavorazioni, magazzini, centri commerciali, stabilimenti, depositi e autorimesse, gli impianti automatici a sprinkler sono la misura di protezione antincendio più diffusa. Gli impianti a sprinkler sono alimentati da una rete idrica dedicata, atta a garantire la corretta portata e prevalenza dell’impianto. Quello ad umido è il sistema sprinkler più semplice e diffuso.
Il funzionamento di questo impianto è particolarmente elementare, in quanto, al propagarsi di un incendio, la fusione dell’elemento termosensibile della testina erogatrice (sprinkler) determina l’immediata fuoriuscita di acqua nell’area interessata. L’area protetta è coperta da una rete di tubazioni sempre piene d’acqua in pressione (8 bar) portanti gli sprinkler e presidiate dal gruppo valvola d’allarme. Nel caso in cui si presentino problemi di congelamento dell’acqua vengono utilizzati i cosiddetti sistemi “a secco” in cui le tubazioni sono normalmente piene d’aria compressa.
Al propagarsi di un incendio, la fusione dell’elemento termosensibile della testina determina un immediato abbassamento di pressione nella rete e la conseguente apertura di una valvola di controllo che consente l’afflusso dell’acqua sotto pressione e quindi la scarica. I sistemi automatici di spegnimento a sprinkler fanno normalmente riferimento alle normative UNI EN 12845, NFPA 13 ed FMI in vigore.

A differenza degli impianti a sprinkler, gli impianti a diluvio vengono adottati principalmente a protezione di aree circoscritte o di apparecchiature dove è possibile lo sviluppo di incendi considerevoli e con grande velocità di propagazione, per il controllo dei quali è opportuno scaricare l’acqua sull’intera zona circostante il focolare.
I sistemi a diluvio trovano particolare applicazione in ambito industriale e possono essere comandati manualmente e, nel caso sia richiesto un intervento automatico, elettricamente, pneumaticamente o idraulicamente da sistemi di rivelazione dedicati. I sistemi di spegnimento a diluvio fanno normalmente riferimento alle normative NFPA 15.

Quello ad acqua nebulizzata è un sistema di estinzione incendi estremamente innovativo nel quale una piccola quantità di acqua viene spruzzata sull’incendio in modo tale da creare una vera e propria “nebbia fredda”.
Le ridottissime dimensioni delle singole gocce permettono la trasformazione della “nebbia fredda” in vapore acqueo così da creare una forte ed immediata riduzione di temperatura dovuta al cambio di stato; l’aumento del volume della singola goccia con conseguente rarefazione delle molecole di ossigeno per centimetro cubo; la formazione di una barriera all’irradiazione di calore verso l’esterno dell’incendio.
Questi tre effetti creano le condizioni per una rapida estinzione dell’incendio in modo efficace e nel pieno rispetto dell’ambiente. I sistemi di spegnimento Water Mist installati da Air Fire sono realizzati in accordo alla normativa NFPA 750 e conformi alle risoluzioni IMO in vigore.

Il NAF S 125 è identificato dagli standard internazionali NFPA 2001 ed ISO 14520 come HFC 125 (pentafluoroetano) ed è l’unico attualmente listato UL. Il NAF S 125 ha un basso livello di tossicità. Alle concentrazioni normali di utilizzo può essere impiegato per la protezione di aree normalmente occupate. Dopo una scarica di NAF S 125 l’ambiente protetto non necessita di pulizia (clean agent) e questo rende l’agente estinguente estremamente adatto in molte applicazioni in alternativa ad altri estinguenti, come acqua e polvere. Inoltre il NAF S 125 è elettricamente non conduttivo, perciò può essere usato per la protezione di delicate attrezzature elettroniche. Come qualsiasi altro idrocarburo alogenato, il NAF S 125 si decompone a contatto con le fiamme. Il suo principale prodotto di decomposizione è l’acido fluoridrico (HF).
Per limitare la formazione di prodotti di decomposizione, i sistemi a NAF S 125 sono progettati per scaricare l’agente estinguente in non più di 10 secondi. Inoltre, le concentrazioni di utilizzo includono quantità aggiuntive di agente estinguente (fattori di sicurezza). Una piccola percentuale [0.15 in peso, ± 0.05) di un additivo detossificante brevettato (D-limonene) riduce ulteriormente la quantità di prodotti di decomposizione generata durante l’estinzione. Il meccanismo attraverso il quale gli idrocarburi alogenati estinguono la fiamma non è ancora completamente chiaro. Probabilmente si tratta di una combinazione di tre differenti azioni: 1) un’azione chimica che interrompe il processo di combustione tra il combustibile ed il comburente, 2) un effetto di raffreddamento e 3) una riduzione dell’ossigeno, anche se limitata.
Diversamente dall’Halon 1301, il NAF S 125 non deteriora lo strato di ozono. I suoi valori di Vita nell’Atmosfera e Potenziale di Riscaldamento Globale sono bassi, rendendolo un’alternativa all’Halon 1301 ambientalmente compatibile. Il prodotto è stato inserito nella SNAP List (Significant New Alternatives Program) dell’EPA (Environmental Protection Agency) degli Stati Uniti. Il NAF S 125 è l’unico agente estinguente “Drop-In”, che consente il riutilizzo degli impianti correttamente progettati per l’impiego di NAF SIII. Inoltre risulta essere la soluzione più economica e qualitativamente migliore per effettuare il recupero e la sostituzione degli HCFC.

Il NAF S 227 è identificato dagli standard internazionali NFPA 2001 ed ISO 14520 come HFC 227ea (eptafluoropropano) ed è listato UL. Il NAF S 227 ha un basso livello di tossicità. Alle concentrazioni normali di utilizzo può essere impiegato per la protezione di aree normalmente occupate.
Dopo una scarica di NAF S 227 l’ambiente protetto non necessita di pulizia (clean agent) e questo rende l’agente estinguente estremamente adatto in molte applicazioni in alternativa ad altri estinguenti maggiormente invasivi. Inoltre il NAF S 227 è elettricamente non conduttivo, perciò può essere usato per la protezione di delicate attrezzature elettroniche. Come qualsiasi altro idrocarburo alogenato, anche il NAF S 227 si decompone a contatto con le fiamme. Il suo principale prodotto di decomposizione è l’acido fluoridrico (HF).
Per limitare la formazione di prodotti di decomposizione, i sistemi a NAF S 227 sono progettati per scaricare l’agente estinguente in non più di 10 secondi. Inoltre, le concentrazioni di utilizzo includono quantità aggiuntive di agente estinguente (fattori di sicurezza). Il meccanismo attraverso il quale gli idrocarburi alogenati estinguono la fiamma è da considerarsi una sintesi principalmente fra azione chimica ed azione raffreddante. Diversamente dall’Halon 1301, il NAF S 227 ha ODP = 0 e valori di Vita nell’Atmosfera (ALT) e Potenziale di Riscaldamento Globale (GWP) bassi, rendendolo un a soluzione ambientalmente compatibile. Il prodotto è stato per questo inserito nella SNAP List (Significant New Alternatives Program) dell’EPA (Environmental Protection Agency) degli Stati Uniti.

Il contenitore del gas Novec è un recipiente a pressione in acciaio : fabbricato, collaudato e prodotto conformemente alle normative TPED.
Questo estintore è progettato per contenere l'agente in condizioni di pulizia ad una pressione normale di 500 psi ( 34,5 bar) ( 35,2 kg / cm2 ) a 70 ° F ( 21,1 ° C ).
Il disco di rottura è collegata al corpo del cilindro per servire come un dispositivo di riduzione di pressione e per proteggere il cilindro contro l'eccessiva pressione interna . Il disco di rottura è nella gamma di 864 psi ( 59,5 bar) a 950 psi ( 65,5 bar) a ( 21,1 ° C ) 70 ° F.

Gli impianti ad anidride carbonica (CO2) agiscono rapidamente sia per saturazione totale d’ambiente (Total Flooding System) che per applicazione localizzata, senza lasciare residui, esercitando sia un’azione di raffreddamento che di soffocamento del fuoco.
La concentrazione di CO2 necessaria per l’estinzione eccede, tuttavia, i valori massimi tollerabili dal nostro organismo ed è pertanto indispensabile che la scarica del gas estinguente avvenga in assenza di persone o tramite l’adozione di efficaci misure cautelative quali segnale di allarme, ritardo della scarica in manuale anziché in automatico. etc. La progettazione è vincolata al rispetto della norma di riferimento NFPA 12. Gli impianti di spegnimento a CO2 sono disponibili sia nella versione ad “alta pressione” con l’agente estinguente stoccato in bombole ad una pressione di circa 70 bar, che nella versione a “bassa pressione” con l’estinguente stoccato in appositi serbatoi refrigerati alla pressione 18 bar.
Le applicazioni dei sistemi a CO2 sono molteplici anche se ormai le più utilizzate sono quelle di tipo localizzato a protezione di macchine rotanti, trasformatori o altre apparecchiature che utilizzano prodotti altamente infiammabili, dispositivi elettronici.

Air Fire produce da diversi anni impianti di spegnimento a gas inerti, le cui denominazioni commerciali sono: AZZURRO per il sistema ad Argon (classificato negli standard NFPA 2001 ed ISO 14520 come IG-01) a 200 bar, ARGONAIR per il sistema ad Argon a 300 bar ed INERTGREEN per il sistema ad Azoto ed Argon (IG-55) a 200 e 300 bar.
I sistemi di spegnimento a saturazione totale con gas inerti prevedono dunque l’utilizzo di gas naturali dell’aria e combattono l’incendio per il semplice principio di sottrazione dell’ossigeno. Sia l’Azoto che l’Argon, essendo prodotti puri e naturali, quando vengono a contatto con le fiamme non hanno alcun tipo di reazione e non liberano prodotti di decomposizione dannosi o corrosivi.
Dopo essere state utilizzati questi gas possono liberamente tornare in atmosfera senza danneggiare l’ambiente. Inoltre, ogni impianto a gas inerte assicura una protezione sicura ed efficace a cose e persone in quanto non stratifica, consente un’ottima visibilità durante la scarica, garantisce una saturazione uniforme e mantiene una concentrazione di spegnimento nell’area protetta per lungo tempo. Questi sistemi non contengono anidride carbonica ed il loro indice di inquinamento atmosferico è da considerarsi quindi pari a zero.

 

Nella gestione dei rischi speciali, quindi particolarmente in ambito industriale, gli impianti a schiuma forniscono spesso la soluzione più semplice ed efficace. Questi impianti utilizzano dei composti chimici (schiumogeni) che al momento della scarica vengono miscelati all’acqua generando una schiuma estinguente.
Le schiume, come tutti i sistemi idrici, hanno nelle applicazioni antincendio tre diverse funzioni fondamentali: lo spegnimento del fuoco, il controllo dell’incendio e la protezione delle strutture, macchinari, serbatoi o contenitori esposti al calore di un incendio vicino. La miscela acqua/schiuma prodotta può essere suddivisa in tre categorie: quelle a “bassa” e “media” espansione che esplicano un’azione superficiale, ricoprendo e isolando dal contatto con l’aria il materiale che brucia; quelle ad “alta” espansione che esplicano, invece, un’azione volumetrica, saturando l’intero spazio protetto fino alla sommità o ad altezze sufficientemente superiori alla massima quota raggiunta dai materiali da proteggere.
I criteri di classificazione e di scelta, sono fissati dalle norme NFPA 11 ed 11A e si basano sulla capacità di espansione delle schiume, dalla loro composizione chimica e dal tipo di espansione consentita dai dispositivi di erogazione.

 

Informazioni utili

  •   info(@)airfire.it
  •   Tel. 06 227341
  •   Fax. 06 2288044
  •   Via della Tenuta Mistica, 33-37

 

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